lunedì 21 novembre 2011

DAVID GUETTA, "Without you", 2011


E' un brano scritto da David Guetta, con la collaborazione di Usher. E' tratto dall'album di Guetta, "Nothing but the beat", letteralmente "Altro che il battito". E in effetti ha un suono potente che ti fa scatenare.
Il testo è: uno che non può vivere, che non amerà più, che si è perso senza il proprio amore.
Il video inizia con l'inquadratura del pianeta Terra che ruota. Ed è l'inizio della deriva dei continenti.
Poi si vede gente che fa festa accompagnata e animata dalla musica dell'autore Guetta.
A differenza, Usher è su una spiaggia da solo. Forse per evidenziare meglio il senso di "Without you".
Intanto con la musica, dalla notte siamo passati al giorno.
I battiti del brano si fanno sentire, tant'è che il terreno ha delle incrinature. E la sabbia sobbalza dal basso verso l'alto.
Questo mi ricorda tanto il film Tremors, del 1990. Ci sono creature (vermi enormi) che vivono sottoterra e uccidono persone, creando tensione e panico. Mentre si spostano creano spaccature nel terreno e movimenti nella sabbia.
Questo parallelo sarà voluto o no? Sembra quasi voler simboleggiare che la musica è una grande bestia che ti colpisce quando meno te lo aspetti. E con me, Guetta è stato così: la musica dance non mi piace, ma la sua mi prende tutte le volte.
Poi si vedono lembi di terra che si separano, come all'inizio di tutta la Storia: quando c'era la Pangea e con la tettonica delle placche la fisionomia dei continenti si formò.
Come a indicare che la musica è il Principio di tutto quanto. E con esso il ballo, fin dai movimenti più ancestrali.
Infatti a un certo punto del video si vede una donna che balla e sopra la guancia ha due righe verdi, come una donna primitiva.
Verso la fine del video si vede la Terra dallo spazio e si osserva che tutti i continenti si riassemblano nella Pangea. E i due gruppi separati che ballavano, si uniscono. La musica è il linguaggio comune per l'unione. Oltre l'amore.

LaB

mercoledì 8 giugno 2011

AVVISO!!!

Visto che mi è diventato difficile gestire i miei vari blog, tutti gli articoli si concentreranno nel mio blog "Wonderfull Mind".
L'indirizzo è :
http://lab-wonderfullmind.blogspot.com/

FORSE, ogni tanto aggiornerò questo blog, ma per rimanere più aggiornati visitate l'altro.

giovedì 2 giugno 2011

PHINX, "Italian job" (2011)

Per la festa della Repubblica, cosa c'è di meglio che questa canzone. L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro (costituzione italiana).
"Lavoro italiano", che oggigiorno manca.


I Phinx sono una band emergente di Bassano del Grappa.
Ne sono venuta a conoscenza tramite MTV new generation.
Il video è tutto in bianco e nero.
E' sempre diviso in 4 sezioni, una per ogni membro del gruppo.
Sono tutti e 4 davanti a un muro (segno forse di una strada che non c'è e di un destino che non puoi cambiare?).
Nelle prime strofe compaiono solo 2, il tastierista e la voce. Poi arriva il batterista e infine il chitarrista.
A un certo punto su un tamburo si inquadra la scritta "build the nation", costruisci la nazione.
Mi è piaciuto a circa un minuto e mezzo, i 4 senza strumenti. Battono le mani e i vestiti addosso si cambiano da soli. Forse che in un futuro anche noi ci cambieremo d'abito senza sforzo, solo con uno schiocco di mani?
Poi a un certo punto ci sono solo 2 membri in 2 sezioni: nelle restanti 2 sezioni dello schermo c'è il muro.
Alla fine tutti se ne vanno. Rimane solo più il muro e la tastiera.
Forse che la musica può salvarci e salvare qualcosa della nazione?
Il genere musicale mi sembra innovativo e il ritmo è coinvolgente.
Verso l'inizio c'è una frase che mi piace molto:
"Poi io vado e vedo la realtà. Credi nelle stelle luminose. Tutte queste luci sono avatars. Non ho denaro meraviglioso. Dov'è la mia nazione? La costruirò ora."

lunedì 16 maggio 2011

CAPONORD, "Non sono matto" (2011)

I Caponord sono un gruppo emergente.
Sono nati tra Crema e Bergamo e sono composti da 4 elementi.


Il video inizia con il cantante addormentato sulla panchina che si sveglia. E' vestito con un costume di cane. E per tutto il video se lo terrà.
E qui, secondo me, l'idea originale del video.
Il cantante-cane che va in giro, si alterna con i 4 della band che suonano all'incrocio di una strada.
A un certo punto il cantante-cane viene inseguita da tre ragazze, un po' particolari.
Vestite di pelle e scialli di pelliccia. Trucco a forme geometriche sugli occhi. Bracciali di cuoio. Una ha un anello di metallo di un teschio. Tutte hanno la particolarità di girare con arco e frecce. Sembrano vere e proprie amazzoni.
Il testo parla di uno che deve prendere alcune pillole. Ribadisce di non essere matto e di mordere e gridare un po' e di stare bene.
Poi il testo prosegue e dice "non l'ho toccata e non le ho fatto niente". Quindi parlerebbe di un'aggressione?
Comunque sia, chi più chi meno, siamo tutti un po' matti.
Come diceva lo scrittore francese DE SADE "Tutti gli uomini sono pazzi e chi non vuole vedere dei pazzi deve restare in camera sua e rompere lo specchio."
..."Non sono matto credetemi..." CAPONORD.

sabato 16 aprile 2011

L’ultimo video di Caparezza, “Goodbye Malinconia” (2011) esprime bene il senso apocalittico che ha caratterizzato l’avvio di quest’anno prima del 2012, anche per quanto riguarda il declino pare ormai irreversibile della nostra nazione. Malinconia infatti, con l’accento sulla O, è nel videoclip la triste nazione che va spopolandosi (“da qui se ne vanno tutti”, recita l’ossessivo ritornello), chiara metafora del degrado italiano, cui allude anche in modo più scanzonato l’altro nome del rap di noialtri, Fabri Fibra (nel 2033 “saremo tutti emigrati a Saint Tropez / tranne te…”).

Una citazione, quella di Fibra, che rimanda a uno dei grandi classici del boom economico, il “Saint Tropez” (1962) di Peppino di Capri, già ripresa nel 1981 da Ivan Cattaneo in un album dal titolo futuristico come “2060 Italian Graffiati” (1981) in cui si iniziava a intravvedere il triste futuro che incombeva sul duecentenario dell’Unità. E anche il video di Caparezza ha l’aspetto di una stranita fantascienza, genere che all’autore piace praticare: il cantante si aggira per una città deserta, appena abbandonata dai suoi abitanti, vagando sperduto come in classici scientifiction quali "Last Man On Earth" o "I am Legend", dove lo spaesato uomo comune si ritrova in una metropoli inspiegabilmente desertificata e si deve ingegnare a risolvere l’arcano.

“Come ti sei ridotta in questo Stato?” chiede il cantante pugliese all’immaginaria Malinconia, con un suo tipico gioco di parole. Ma la città è vuota, e nessuno gli risponde.

Apollo 13

giovedì 17 febbraio 2011

Lady Gaga, "Pokerface" (2009)


Lady Gaga è stata indubbiamente il più rilevante fenomeno MTV del 2009, con un'estetica volutamente ambigua accompagnata dalle voci sulla sua incerta identità sessuale. Non a caso il video di esordio della nuova stella della music television è intitolato "Faccia da Poker", con riferimento all'abilità al bluff che trascende naturalmente il piano del puro gioco di carte, e fa riferimento soprattutto al gioco sul piano sessuale. La partita che si disputa nella lussuosa ed enigmatica villa dove Gaga entra con passo trionfale è infatti una partita di strip poker, sebbene il tavolo porti in bella vista il logo di Bwin, uno dei principali siti di gaming online, cui appartiene l'Isola del Poker su cui è girato il video. Gaga appare dalle acque come una Venere guerriera, una maschera scintillante e una corazza a spuntoni su una spalla. Passa tra due maestosi alani e sfila in mezzo a un colonnato di manichini robotici, e vince immancabilmente ogni mano del gioco, costringendo uomini e donne a spogliarsi come schiavi cybernetici ai suoi piedi. L'immaginario hitech è infatti soffuso in tutto il video, nei metallici gioielli facciali che danno al volto della cantante l'aspetto di un cyborg o gli inquietantissimi occhiali a psichedelico schermo televisivo che porta sulla nuca, lampeggianti la scritta "Pop Culture": un subliminale tributo allo sponsor, ma anche un omaggio alla attuale evoluzione digitale della mania pokeristica.

Apollo 13

lunedì 31 gennaio 2011

HARD-FI "Cash machine" (2005)

E’ un pezzo del 2005, del gruppo inglese Hard-fi.

Il video inizia con il cantante davanti a un bancomat che vuole ritirare soldi.
Da qui parte l’originale idea del filmato.
Dentro al bancomat ci sono omini che lavorano: spingono il denaro fuori, scendono con un ascensore nelle profondità (e qui ricordano i minatori), fabbricano e spediscono il denaro, controllano il codice che uno digita, dipingono la regina sulla banconota, abbattono alberi e fabbricano carta.

Da notare il parallelo tra il cantante prelevatore e il cantante operaio.

Verso la fine l’operaio cantante non ne può più e inizia la rivolta. Rovescia i tavoli, dà fuoco ai soldi, incendia anche un settore, dando origine a un domino: il fuoco si allarga distruggendo tutto il bancomat, cioè il loro mondo.
Ritorniamo all’inizio: il cantante vuole prelevare contanti ma l’aggeggio gli da’ il messaggio “macchina non in servizio”.

Bello pensare che dietro a ogni attrezzo elettronico ci sia un altro mondo e che il loro lavoro consista nel far funzionare quell’attrezzo.
Questo mi fa venire in mente la frase di A. Clarke:

ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.

Quindi, chissà mentre sto scrivendo al pc quale mondo c’è dietro.

LaB